A video call prevents any eye contact.
In order to look someone in the eyes, it is necessary to stare into the camera. While doing so, it is not possible for our gaze to meet that of another person.
If we look at the other person’s eyes projected on our screen, in fact, the other person will see a low gaze in us.

This reflection was triggered by the new modes of virtual communication.
Text messages, Skype calls, voice messages and chats are increasingly replacing face to face talks, and communication in shared spaces.
The performance reflects on the difference between virtual communication and real contact, and on the transparency, simplicity and power of the gaze when intercepted and perceived in person.
A soundtrack characterised by electronic sounds from the virtual world is played in loop.

The two performers establish a game of missed glances by moving in space.
In the confusion and rapidity of the Web, the two gazes never meet; the only instant of visual contact, strong and heartfelt, is permeated by the silence of reality.


Abbaiare alla Luna Exhibition
Venice, IT




Una videochiamata impedisce qualsiasi contatto oculare.
Per guardare negli occhi è necessario fissare la fotocamera, ma così facendo non è possibile incrociare il nostro sguardo con quello dell’altro.
Guardando l’immagine dell’interlocutore proiettata sul nostro schermo, infatti, l’altra persona vedrà in noi uno sguardo basso.


Questa riflessione ha preso avvio dalle nuove modalità di comunicazione virtuale.
Sms, chiamate skype, messaggi vocali, chat, stanno sempre più sostituendo la trasparenza, la semplicità e la potenza dello sguardo umano, del parlarsi faccia a faccia, del comunicare condividendo uno stesso spazio.


L’opera riflette sulla mancanza di un contatto reale, intercettato dallo sguardo e sentito sulla pelle.
Una colonna sonora caratterizzata dall’alternarsi di suoni elettronici tipici del mondo virtuale è riprodotta in loop.
I due performers instaurano un gioco di sguardi mancati spostandosi nello spazio.
Nella confusione e nella rapidità del web i due sguardi non si incrociano mai;
l’unico istante di contatto visivo, forte e sentito, rimane permeato dalla limpidezza del silenzio del reale.